VOCABOLARIO VISUALE
Il Vocabolario Visuale di Jesse James Garrett è il primo sistema di notazione progettato per descrivere l'Information Architecture e l'Interaction Design di un sito, ed è stato adottato dalla comunità internazionale degli Information Architects come standard per la rappresentazione del Flowchart.
Indice
- Sommario
- Storico delle versioni
- Considerazioni iniziali
- Implicazioni concettuali
- Elementi semplici: pagine, files e gruppi di questi
- Creare relazioni: connettori e frecce
- Tutto in una volta: serie simultanee
- Dividere: punti di continuazione
- Elementi comuni: aree e aree iterative
- Componenti riutilizzabili: aree di flussi e riferimenti
- Concetti base per elementi condizionali
- Scegliere: punti decisionali
- Individuare un percorso: connettori condizionali e frecce
- Scelte multiple: rami condizionali
- Scegliere uno o più elementi: selettori condizionali
- Una scelta, molti percorsi: cluster
- Si possono verificare alcune limitazioni: aree condizionali
- Conclusioni
- Librerie scaricabili di forme
I diagrammi sono uno strumento essenziale
per comunicare l'Information Architecture e l'Interaction Design
(progettazione dell'interazione) nei team di sviluppo di progetti
web. Questo documento presenta i risultati dello sviluppo di questi
diagrammi, delinea una simbologia base per rappresentare i concetti
dell'architettura delle informazioni e dell'interaction design,
e fornisce le linee guida per l'utilizzo di questi elementi.
- 1.1b (6 Marzo
2002)
- Informazioni
sul supporto incorporato in OmniGraffle 2.0
- Nuova libreria
di forme per iGrafx Flowcharter
- 1.1a (17 Settembre
2001)
- Nuova libreria
di forme per Macromedia FreeHand
- Pubblicato
il riassunto e i template delle forme in pdf
- 1.1 (31 Gennaio
2001)
- Aggiunto l'elemento "gruppo
di files"
- Aggiunto l'elemento "selettore
condizionale"
- Modificato l'elemento "freccia"
per permettere terminazioni multiple
- Modificato il comportamento dell'elemento
"gruppi" in modo da farlo apparire solo
al termine di un ramo o di un ramo condizionale o di un selettore
- Modificato il comportamento dell'elemento
"ramo condizionale" per supportare un risultato
nullo
- Numerosi miglioramenti alla libreria
di forme
- Nuova libreria
di forme per Adobe InDesign
- 1.0 (17 Ottobre
2000)
- Versione iniziale
Un vocabolario visuale è un insieme
di simboli utilizzati per descrivere qualcosa (solitamente un sistema,
una struttura o un processo). Il vocabolario descritto qui può essere
usato da un information architect o da un interaction designer per
descrivere, ad alto livello, la struttura e/o il flusso dell'esperienza
che un utente fa su un sito web.
Queste descrizioni, o diagrammi,
sono usati principalmente da 5 tipologie di figure coinvolte nel
progetto:
- i responsabili di progetto
e sponsor li usano per avere una visione generale degli
obiettivi e della forma del progetto
- i produttori di contenuto
li utilizzano per avere i requisiti di contenuto
- i visual e interface
designers li utilizzano per fare il conto di quante pagine
uniche devono essere progettate e per avere una prima idea dei
requisiti visuali per le interfacce e per la navigazione
- i tecnologi
li usano per ottenere i requisiti funzionali
- gli information architects
e interaction designers li usano per sviluppare la navigazione
dettagliata e i requisiti per l'interfaccia di ogni pagina.
Ognuno di loro (ad eccezione degli
sponsor) ha bisogno di una grande quantità di dettagli per svolgere
il proprio lavoro. Il problema è che i dettagli di cui ognuno ha
bisogno sono molto diversi, e la maggior parte di questi sono irrilevanti
per gli altri.
Un approccio ragionevole consiste
nel limitare nel diagramma il livello di dettaglio a ciò che può
essere utile per tutte le figure coinvolte nel progetto. Il diagramma,
quindi, serve come documento di riferimento per lo sviluppo di documenti
più dettagliati, specifici per i bisogni di ogni figura coinvolta.
Altri requisiti chiave di un vocabolario
visuale per l'Information Architecture e l'Interaction Design possono
essere:
- compatibile con la lavagna
cancellabile: il vocabolario dovrebbe essere sufficientemente
semplice da permettere di schizzare a mano i diagrammi. Gli elementi
del vocabolario dovrebbero essere facilmente distinguibili gli
uni dagli altri per evitare che i diagrammi fatti velocemente
siano poco chiari e comprensibili
- indipendente dal software
utilizzato: il vocabolario dovrebbe essere progettato
in modo da non richiedere software specializzati per realizzare
i diagrammi. Il vocabolario non deve favorire l'utilizzo di un
particolare software, ma deve permettere agli architetti di lavorare
con gli strumenti con cui si sentono più a loro agio
- ridotto e auto-esplicativo:
poiché i diagrammi sono usati da diversi tipi di audience
con diversi livelli di conoscenza (o di interesse) dei sistemi
di diagramming adottati in altre aree di sviluppo tecnologico,
il vocabolario non dovrebbe richiedere questa conoscenza o interesse.
Il set complessivo degli elementi dovrebbe essere mantenuto più
snello possibile, mantenendo una relazione uno-a-uno tra i concetti
e i simboli, in modo che il vocabolario possa essere imparato
e applicato rapidamente. I concetti espressi da un diagramma possono
essere arbitrariamente complessi, ma il mezzo di espressione no.
L'Information Architecture e l'Interaction
Design sono due facce della stessa medaglia. (Vd. "The
Elements of User Experience" per la definizione di questi due
termini nell'accezione utilizzata qui.) I diagrammi dei siti attuali
inevitabilmente devono coinvolgere tutte e due le facce. Ma per
ognuna, le finalità del diagramma sono leggermente diverse.
In entrambi i casi, il diagramma
si focalizza su quella che chiamiamo la macrostruttura,
fornendo il livello di dettaglio sufficiente per permettere ai membri
del team di avere una visione d'insieme. E' compito degli Information
Architects definire il livello di dettaglio adatto al raggiungimento
degli obiettivi. Il dettaglio specifico a livello di pagina, o microstruttura,
è definito in altri documenti che l'information architect non è
direttamente responsabile di sviluppare.
Nella descrizione dell'architettura
delle informazioni, il diagramma deve enfatizzare la struttura concettuale
e l'organizzazione del contenuto. Da notare che la struttura concettuale
non è la stessa cosa della struttura di navigazione. L'obiettivo
del diagramma di Information Architecture non è quello di dare specifiche
di navigazione in dettaglio; è preferibile riservare questo livello
di dettaglio per altri documenti, che non rischiano di confondere
e distrarre.
Nella descrizione dell'interaction
design, il diagramma deve enfatizzare come l'utente si muove attraverso
definiti task (compiti), e cosa sono i singoli step all'interno
di questi task. Come nella navigazione, i dettagli dell'interfaccia
non devono apparire nel diagramma - se ti trovi a disegnare bottoni
e campi, probabilmente stai caricando eccessivamente il diagramma
di dettagli.
Questo vocabolario è basato su
un modello concettuale semplice che abbraccia sia l'Information
Architecture che l'interaction design:
- Il sistema si presenta all'utente
con dei percorsi.
- L'utente si muove lungo questi
percorsi attraverso azioni.
- Queste azioni poi spingono il
sistema a generare dei risultati.
L'unità elementare dell'esperienza
sul Web è, ovviamente, la pagina, che noi rappresentiamo
come un semplice rettangolo. Nota che questa pagina è un'unità di
presentazione, non (necessariamente) una unità
di implementazione - una pagina nel tuo diagramma può corrispondere
a più files HTML (come in una interfaccia a frame) o multiple unità
di codice (come in un server-side include o in un'implementazione
basata su un database).
In aggiunta alle pagine, ci sono
anche i files, pacchi di dati senza proprietà di
navigazione. I files sono consegnati a disposizione all'utente per
un uso al di fuori dell'ambiente del browser web (come file audio
o file video, documenti indipendenti come PDF o eseguibili). Per
questi, usiamo la nostra vecchia amica icona con un'orecchia piegata.
Figura 1a: [sinistra] La pagina
e il file
Figura 1b: [destra] Il gruppo di pagine
e il gruppo di files
Usa la pila di pagine
per indicare un gruppo di pagine con la stessa funzionalità, le
cui proprietà di navigazione sono ininfluenti per la macrostruttura
del sito. In maniera simile, la pila di files rappresenta
un gruppo di files che sono trattati dal punto di vista della navigazione
in maniera simile e che possono essere classificati come una singola
entità (come una collezione di giochi scaricabili o i manuali di
istruzioni in PDF).
Per identificare le pagine e i
files usiamo le etichette. Non c'è bisogno che
le etichette siano correlate a denominazioni come il title html
o i nomi dei files, ma devono essere uniche per ogni pagina o file
nel diagramma. Identificativi numerici e indicazioni della tipologia
costituiscono un buon modo per tenere traccia di tutte le pagine
e file nel tuo diagramma.
Le relazioni tra elementi sono
rappresentate con semplici linee o connettori.
Queste relazioni concettuali si tradurranno inevitabilmente in relazioni
di navigazione - ma non tutte le relazioni di navigazione appariranno
nel diagramma.
Nel caso dell'Information Architecture,
queste relazioni comunemente emergono dall'organizzazione gerarchica
delle pagine in alberi. Comunque, questo non è obbligatorio o addirittura
(in alcuni casi) raccomandabile.
Figura 2a: [sinistra] Una struttura
ad albero semplice
Figura 2b: [destra] La stessa struttura
della fig. 2a, rappresentata in maniera differente
Quando formalizziamo l'Interaction
Design, i nostri connettori devono anche mostrare la direzionalità
per indicare come l'utente si muoverà attraverso il sistema per
svolgere un determinato compito. Trasformare i nostri connettori
in frecce sarà il trucco più semplice. Usiamo il
termine verso l'alto e verso il basso
per riferirci alla posizione degli elementi in relazione a questo
movimento.
Nota che queste frecce non sono
come le frecce che indicano una strada a senso unico, ma piuttosto
come le frecce che indicano la strada per la zona ristorante in
un centro commerciale. All'utente non è proibito andare nella direzione
opposta; la freccia indica semplicemente la direzione in cui è preferibile
che l'utente vada.
Figura 3a: [in alto a sinistra]
La freccia indica il movimento verso il basso nell'esecuzione del
compito
Figura 3b: [in basso a sinistra] La sbarra
indica che il movimento verso l'alto non è permesso
Figura 3c: [destra] Frecce multiple chiarificano
la direzione
Se per qualche ragione vogliamo
proibire il movimento verso l'alto (ad esempio nel caso in cui si
sia verificata un'azione irreversibile come l'eliminazione di un
record), usiamo una barra (semplicemente una piccola
linea perpendicolare) all'estremo opposto della freccia.
In alcuni casi, può essere necessario
inserire una ulteriore punta di freccia vicino alla pagina verso
l'alto, per chiarificare la direzione del flusso in un'architettura
più complessa. (Nota pratica: molte applicazioni per la realizzazione
di diagrammi non permettono di legare le frecce in questo modo.
Per aggirare l'ostacolo, la libreria di forme
include il "punto di unione", un elemento invisibile che consiste
in un solo punto di connessione. Usa questo elemento per connettere
insieme le frecce.)
Connettori e frecce possono anche
avere un'etichetta, ma l'uso dell'etichetta dovrebbe essere limitato
ai casi in cui l'azione eseguita dall'utente debba essere chiarificata.
Se le etichette diventano lunghe, non maneggevoli e iniziano ad
essere ingombranti, indirizza il lettore verso una nota a piè
di pagina o ad un riferimento all'inizio del diagramma.
Negli esempi forniti in questo
documento, le note a piè di pagina o i riferimenti
in appendice appariranno come una combinazione di numeri
e lettere in parentesi. I numeri si riferiscono alla pagina del
diagramma su cui appare il riferimento; le lettere si riferiscono
alla nota specifica. Per esempio, la prima nota sulla pagina 3 del
diagramma dovrebbe essere indicata come (3a), la seconda come (3b)
e così via.
Figura 4a: [sinistra] Un'etichetta
superflua
Figura 4b: [centro] Un'etichetta utile
Figura 4c: [destra] Una nota o un riferimento
all'appendice
Una serie simultanea
(rappresentata da mezzo cerchio) è utilizzata quando l'azione di
un utente genera risultati multipli e contemporanei (come l'apertura
di una finestra pop-up e allo stesso tempo il caricamento di una
pagina nella finestra principale, o il caricamento di una pagina
contemporaneamente al download di un file).
Figura 5: Una serie simultanea
Come le frecce, le serie simultanee
sono direzionali. Gli elementi verso l'alto si connettono al lato
curvo, quelli verso il basso al lato piatto del mezzo cerchio.
Gli information architects spesso
si trovano a desiderare ardentemente di avere larghi fogli di carta
su cui disegnare i diagrammi. Ma anche se sono disponibili device
con il formato più grande come i plotter, alcune architetture sono
semplicemente troppo complesse per essere catturate in un unico
diagramma omnicomprensivo.
Per permetterci di dividere i nostri
diagrammi in sezioni "digeribili" usiamo i punti di continuazione
(parentesi quadre) per collegare le pagine.
Figura 6a: [sinistra] punto di
continuazione rimanda il lettore ad un altro diagramma
Figura 6b: [destra] Un punto di continuazione
si inserisce laddove A si era interrotto
Un singolo punto di continuazione
può riferirsi ad uno o più punti d'origine o di destinazione, a
seconda delle necessità. L'orientamento delle parentesi (orizzontali
o verticali) non ha nessun significato particolare; la scelta dell'orientamento
è una questione di gusto estetico dell'information architect.
L'elemento area
(un rettangolo con angoli arrotondati) è usato per identificare
un gruppo di pagine che condividono uno o più attributi comuni (come
il caricamento in una finestra di pop-up, o un trattamento di design
unico). Usa le etichette per identificare questi attributi o (come
per i connettori), se hai molte cose da dire, inserisci delle note
all'interno del documento.
Figura 7: Un esempio di utilizzo di un'area
per rappresentare una finestra pop-up
Molte architetture implicano la
ripetizione di una stessa struttura di base applicata a più elementi
informativi con funzionalità identiche. Per esempio, puoi avere
un catalogo di prodotti in cui ogni prodotto ha un numero di pagine
associate. Potresti disegnare un modello di questa struttura per
ogni prodotto del catalogo, ma perché sprecare tempo? Puoi semplicemente
usare, in alternativa, l'area iterativa - un gruppo
di rettangoli con angoli arrotondati.
Figura 8: Un esempio di uso di un'area
iterativa per rappresentare la struttura ripetuta di un catalogo
prodotti
Nota che i connettori e le frecce
non puntano direttamente alle aree stesse. Gli elementi area e area
iterativa servono solo per racchiudere le pagine. Le aree devono
essere utilizzate cautamente - è molto semplice inserire negli elementi
area dei dettagli che non si manifestano nella user experience (come
i server su cui risiedono le pagine) o altrimenti interferire con
l'obiettivo complessivo del diagramma, che è quello di comunicare
la macrostruttura.
Alcuni progetti di interazione
richiedono che una sequenza di passi (come, ad esempio, la procedura
di login) sia riproposta ripetutamente in differenti contesti in
tutto il design del sito. Spesso queste sequenze sono semplicemente
una componente di uno o molteplici compiti più vasti che l'utente
sta tentando di portare a termine. (Questo è analogo al concetto
di subroutine nella programmazione informatica).
Tali sequenze riutilizzabili sono
chiamate flussi, e sono rappresentate in un diagramma
attraverso due elementi: l'area del flusso, che
racchiude il flusso stesso, e il riferimento del flusso,
che serve come una sorta di sostituto del flusso in ogni contesto
in cui è ripetuto. Entrambi gli elementi hanno le stesse forme base,
un rettangolo con gli angoli smussati (o se preferite un ottagono
distorto).
Figura 9a: [sinistra] Il riferimento
del flusso serve come indicatore sia di "continua verso" sia di
"continua da"
Figura 9b: [destra] Area di flusso indicata
in fig. 9a
Le aree di flusso richiedono l'uso
di due tipologie speciali di punti di continuazione:
punti di entrata e punti di uscita.
Questi sono posizionati fuori dall'area di flusso, mentre i punti
di continuazione all'interno del flusso dell'area indicano che il
flusso dà origine a molteplici diagrammi.
I riferimenti del flusso funzionano
in modo molto simile ai punti di continuazione. L'obiettivo di entrambi
i tipi di elementi è lo stesso: permettere all'information architect
di suddividere il diagramma in diverse pagine. La differenza è che
un riferimento del flusso può servire sia nel caso "continua verso"
che nel caso "continua da" mentre il punto di continuazione può
essere solo l'uno o l'altro. Se non vi serve un elemento per giocare
entrambi i ruoli, probabilmente non avete bisogno di utilizzare
un flusso.
Sempre più frequentemente, le architetture
informative e gli elementi progettati per l'interazione sono rimodellati
dinamicamente dal sistema mentre l'utente naviga sul sito. Questo
rimodellamento si realizza attraverso la logica condizionale,
e i restanti elementi di questo vocabolario visuale sono specifici
delle strutture della logica condizionale. Ecco un modello concettuale
di base per l'applicazione degli elementi condizionali:
- Il sistema tiene traccia di uno
o più attributi. Questi attributi possono essere
specifici per:
- l'utente (inteso come profilo
di utente)
- la sessione (intesa come
stato della login)
- il contenuto a cui si accede
(inteso come argomento)
- possono esistere "nel mondo"
(inteso come ora o data)
- Gli attributi hanno dei valori
("ore 15.00" è un possibile valore per l'attributo "ora del giorno").
- L'associazione tra un attributo
e un particolare valore è chiamata condizione.
- Le condizioni sono valutate
dal sistema per determinare se sono vere.
In un'architettura statica, ogni
percorso è presentato ad ogni utente in ogni circostanza, e ogni
percorso conduce sempre allo stesso risultato. In un'architettura
dinamica, il sistema decide quali percorsi o risultati sono presentati
all'utente sulla base della valutazione di una o più condizioni.
Per minimizzare il disordine nei
nostri diagrammi, queste condizioni sono tipicamente descritte in
una nota a fondo pagina o in un'appendice che accompagna il diagramma
stesso.
Quando l'azione di un utente può
generare uno tra i molti risultati possibili, il sistema deve prendere
una decisione su quale risultato presentare (forse l'esempio più
comune di questo è l'errore generato dall'invio di un form). Chiamiamo
questo un punto decisionale e, come accade in tutti
i diagrammi di flusso, esso è rappresentato da un diagramma.
Figura 10: Un esempio di uso di un punto
decisionale in una sequenza logica
Nota che le frecce devono essere
usate insieme ai punti decisionali per chiarificare se gli
elementi associati sono nella parte alta o bassa del flusso rispetto
al punto decisionale.
Un connettore condizionale
(rappresentato da una linea tratteggiata) si usa quando un percorso
può essere presentato o meno all'utente a seconda che si verifichino
più condizioni.
Figura 11a: [sinistra] Un connettore
condizionale
Figura 11b: [destra] Una freccia condizionale
Per esempio, ci può essere una
pagina che contiene informazioni sensibili a cui solo i dipendenti
di un'azienda hanno accesso. La condizione in questo caso è rappresentata
dal profilo di utente (il dipendente) e, se la condizione si verifica,
il percorso è reso possibile. Altrimenti non esiste alcun percorso.
Quando il sistema seleziona un
percorso da presentare all'utente, all'interno di un numero di opzioni
mutuamente esclusive, usiamo il ramo condizionale
(triangolo). Gli elementi che stanno a monte nel flusso si connettono
alla punta del triangolo, gli elementi che stanno a valle nel flusso
si connettono al lato opposto.
Figura 12: Un ramo condizionale
L'esempio rappresentato in figura
12 assomiglia molto all'esempio del punto decisionale rappresentato
in figura 10, ma il comportamento descritto
qui è ben diverso. Nell'esempio del punto decisionale solo un percorso
(o elemento navigazionale) era presentato all'utente; il "luogo"
dove l'utente era portato dal percorso di navigazione era subordinato
ad alcune condizioni.
Nella figura 12, il sistema prende
una decisione simile, ma ciò accade prima dell'azione dell'utente.
Il ramo condizionale indica che il sistema sta decidendo quale percorso
sarà presentato all'utente. I percorsi dalla pagina A alle pagine
B, C e D, sono mutuamente esclusivi; per esempio, se il percorso
verso B esiste, i percorsi verso C e D non esistono.
Così come accade con i connettori
condizionali e le frecce, un ramo condizionale può anche non
fornire all'utente alcun percorso (un risultato nullo).
La differenza in questo caso è che con un ramo condizionale un risultato
nullo può non essere affatto permesso; se invece è permesso, si
tratta di uno dei tre o più risultati possibili. Indicate in una
nota o appendice se il ramo permette un risultato nullo.
L'elemento selettore condizionale
(rappresentato da un trapezio) funziona in modo molto simile al
ramo condizionale, con una differenza importante:
con il selettore i vari percorsi a valle nel flusso non sono mutuamente
esclusivi.
Figura 13: Un selettore condizionale
L'applicazione più comune del selettore
condizionale è nei risultati generati da un motore di ricerca. In
questo caso, la pagina dei risultati della ricerca apparirebbe nel
flusso a monte del selettore; la condizione rappresenta l'input
nei criteri di ricerca da parte dell'utente; il percorso a valle
condurrebbe a pagine di contenuto indicizzate dal motore di ricerca.
Come nel caso del ramo condizionale, il selettore condizionale può
generale un risultato nullo; questo accade in effetti più spesso
con un selettore che con un ramo condizionale.
Alcune strutture condizionali richiedono
che il sistema presenti più di un percorso basato su certe condizioni.
Noi riportiamo questi percorsi insieme nella struttura attraverso
un cluster (rappresentato da un circolo). Il circolo
può apparire nel flusso a valle sia del ramo condizionale che del
selettore condizionale.
Figura 14: un cluster nel flusso a valle
di un ramo condizionale
La struttura illustrata in figura 14
funziona in modo molto simile a un normale ramo condizionale, ma in
questo caso per una condizione noi presentiamo più di un percorso
all'utente. Così se l'attributo che viene valutato ha un valore x,
l'utente vede un percorso verso la pagina B, ma se l'attributo ha
un valore y, l'utente vede i percorsi sia alle pagine C che D.
Quando una o più condizioni si
applicano a un gruppo di pagine, queste pagine sono raggruppate
in un'area condizionale, un rettangolo dagli angoli
smussati simile ad un'area standard, ma con un trattamento tratteggiato
caratteristico del connettore condizionale.
Figura 15: Un esempio di uso di un'area
condizionale quando si richiede una connessione sicura
Le aree condizionali si usano più
frequentemente in situazioni che implicano permessi di accesso,
quando ad esempio è richiesta una login valida o criptata (con il
SSL - Secure Socket Layer). A differenza di altri
tipi di aree, le aree condizionali sono associate ad un risultato
che si genera nel caso in cui non si verifichino le condizioni.
Se desideri vedere come funziona
l'intero sistema, ecco un esempio di
diagramma dell'Information Architecture e dell'Interaction Design
di MetaFilter. (Io non ero
coinvolto nello sviluppo del sito, questo diagramma è stato semplicemente
reingegnerizzato al contrario partendo dal sito.)
Scott Larson ha creato questo maneggevole documento per un riferimento rapido a vari elementi condizionali.
E per coloro che sono interessati a creare una proprio archivio
di forme da utilizzare con un'applicazione diversa da quelle indicate
sotto, ecco un pdf con tutte le
forme (grazie a Ross Olson per il suggerimento).
Questo vocabolario necessariamente
rappresenta solo il primo step. Dato che sia l'Information Architecture
che l'Interaction Design per il web sono in continua evoluzione,
si verificheranno inevitabilmente situazioni che in questo vocabolario
non sono previste.
OmniGraffle 2.0 è la prima
applicazione che ha un supporto interno per il vocabolario visuale.
OmniGraffle è attualmente preinstallato
sugli Apple Power Mac e sui Power Books. Può essere inoltre scaricato
dal sito Omnisite.
Altri archivi di forme disponibili:
Per segnalare commenti e raccomandazioni per la prossima revisione, potete contattare Jessie James Garrett oppure consultare il suo sito personale www.jjg.net